Moltissime volte sento “guarda quello come si comporta” “hai visto con chi sta parlando?” “Non dovrebbe fare così” “doveva stare zitto ed andare avanti” “non può fare quello che vuole, non è giusto”…
Ma una persona, cos’è veramente?
I bambini nelle scorse settimane durante il gioco simbolico hanno inscenato gravidanze e parti mettendosi i bambolotti dentro le felpe e facendoli nascere con diverse modalità, dividendo i ruoli tra chi assistita al parto e chi lo inscenava.. una volta nato questo bambolotto lo lavavano, lo vestivano, lo chiamavano…
Abbiamo modellato con pastasale ognuno il proprio feto dentro la pancia della mamma.
È fondamentale capire, per adulti e bambini, da dove siamo partiti… un groviglio di cellule, che contengono tutto il passato dei nostri avi e tutto il nostro futuro.
Noi siamo tutti questo.
Non possiamo limitarci a classificare le persone tra belle o brutte, quelle che hanno ragione o torto, ottusi o geni, scorbutici o solari, forti o deboli..
Noi siamo tutti quello che a livello generazionale abbiamo assorbito, e cresciamo tramite le esperienze vissute:
– Com’è stato il concepimento, le emozioni ed esperienze della madre durante la gravidanza, com’è stato il parto, chi ci ha preso in braccio per primo.. se abbiamo avuto un allattamento naturale (a richiesta o ad ore fisse) o latte artificiale, svezzamento classico o autosvezzamento…
– In base al tipo di comunicazione e relazione che abbiamo avuto nella prima infanzia con i due punti di riferimento principali, la figura materna e la figura paterna.
– La prima amicizia all’asilo, l’umiliazione vissuta perché ti sei fatto la pipì addosso e qualcuno ti ha preso in giro, il primo bullo delle elementari, il professore delle medie che non aveva fiducia in te, i litigi con i tuoi genitori alle superiori per l’orario del coprifuoco, il primo amore.
– Le serate d’estate fuori con amici, il ritrovamento di un gattino nel parco.
– La prima esperienza lavorativa.
– Quello sguardo con uno sconosciuto al bar.
– La parola di un amico in un momento di difficoltà.
– Il suono del pianto di un bambino in lontananza, che ti fa riaffiorare un ricordo.
– Il sogno o l’incubo ricorrente.
Gli esempi sono infiniti.
Siamo tutto.
Conteniamo tutto.
Possiamo dare tanto a noi stessi, agli altri, ai bambini.
Anche loro sono tutto, con meno esperienze vissute ma più sensibilitá.
Apriamo gli occhi.
Il cuore.
La mente.
Possiamo essere sorprendentemente meravigliosi dobbiamo solo averne il coraggio.
– Eleonora –